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Omaggio all’arte di Raffaele Spizzico

Sabato 20 Maggio 2023 08:26 Maria Fanizza
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Omaggio all’arte di Raffaele Spizzico Maria Fanizza Raffaele Spizzico, pittore, ceramista, maestro, ,rappresenta una novità assoluta nel panorama pugliese per l’arte Pugliese, pittore ceramista ha dedicato tutta la sua vita a studiare e cercare mezzi innovativi per esprimere i suoi sentimenti nella raffigurazione del paesaggio, cui dedica gran parte dei suoi studi. Ponendosi in netto contrasto con gli altri vedutisti, inaugura un percorso inedito incentrato su una visione paesaggistica carica di impressioni soggettive, interiori e psicologiche. Nella sua ricerca, a differenza dei colleghi pugliesi e in parte anche del fratello Francesco, si nota un respiro più ampio, d’impostazione europea: partendo dalle correnti postimpressioniste come il divisionismo, il simbolismo e i fauves, sviluppa un proprio linguaggio moderno e alternativo a quello più radicale degli astrattisti. Nella sua opera si rileva anche l’influenza delle correnti letterarie dell’epoca che lo portano a ideare un linguaggio pittorico intimo e allo stesso tempo cosmopolita. La pittura di Raffaele si caratterizza per un uso quasi selvaggio dei colori, che reinterpretano il paesaggio pugliese, suggerendo umori fantastici e sguardi esotici: non è un caso che il grande pittore austriaco Oskar Kokoschka lo definisce «un colorista d’istinto». Le sue opere sono esposte a partire dal 1935 nelle Mostre sindacali di Bari, in cui emergono tutte le figure più importanti per lo sviluppo culturale cittadino di quegli anni, come Onofrio Martinelli, Pasquale Morino e Roberto De Robertis. Nel 1945 organizza una sua prima personale con 27 dipinti, che alternano paesaggi e nature morte. L’arte di Raffaele Spizzico supera presto i confini regionali: già nel 1946 è presente in una collettiva alla Galleria S. Bernardo di Roma, dove con Bruno Canella e Antonio Di Pillo espone anche il fratello Francesco. Il critico d’arte Michele Biancale, nel commentare la mostra, nota come lo stato d’animo del pittore si rifletta in modo intenso sulla rappresentazione del paesaggio, trasfigurando una sottile carica spirituale che dona originalità al suo lavoro. Il successo della rassegna romana permette all’artista di essere invitato a Berna, per una nuova collettiva, insieme a Maestri come Carrà, De Pisis, Mafai, Morandi, Fazzini, Omiccioli, Pirandello e Turcato. Ormai pittore affermato, espone in Germania, Svizzera, a New York e in Albania, dove aveva combattuto durante la guerra come aviere scelto, non avendo «mai sparato un colpo, anche quando potevo», come mi racconterà in seguito. La grande consacrazione del ruolo della pittura di Raffaele Spizzico per l’arte pugliese avviene con le tre opere esposte nella collettiva del 1954 al “Sottano” di Bari, cui partecipano anche De Robertis, Martinelli, Morino, Russo e il fratello Francesco. Infatti, nel libretto di presentazione Vincenzo Ciardo esalta questi artisti, rilevando come «il fervore delle idee e delle ricerche, impegnando i migliori, ha dato vita a un nucleo di forze attive, alle quali vanno schiudendosi le porte delle massime competizioni artistiche»; in questi anni arrivano numerosi riconoscimenti, come quelli al Maggio di Bari, il Premio Michetti e il Premio Taranto. Molte delle sue opere sono dedicate alla Murgia, quasi vivisezionata nei suoi colori estivi mediante impasti audaci di materia densa, attraversata da colate incandescenti. Negli anni dell’insegnamento a Lecce, quando inizia a cimentarsi con il paesaggio del Salento, la pittura diviene meno tesa e con maggiori aperture al divisionismo, tanto da frantumarsi in segni vibranti che assumono tonalità quasi simboliste. Tuttavia, nel corso del tempo, Raffaele Spizzico si mette più volte in discussione, dimostrando una grande forza creativa, che lo accompagna fino all’ultima personale a Monopoli, due anni prima di morire, nella quale riesce ancora una volta a sorprendere tutti per la volontà di continuare nel tempo la sua ricerca., La carenza di spazi espositivi in città porta i fratelli Spizzico a proporre ai colleghi l’apertura di una galleria, dove esporre le proprie opere a rotazione e ospitare altri artisti di fama. Nasce così negli anni ‘70 “La Vernice” in via Putignani, destinata a diventare per molti anni uno dei luoghi d’arte più significativi e un nuovo punto di riferimento a Bari. Quindi, con questa loro inedita esperienza, Francesco e Raffaele riescono anche a fare impresa e a diffondere commercialmente il lavoro di tanti pittori, ceramisti e scultori, oltre al loro. Infine, in questa panoramica sull’importanza del ruolo culturale ricoperto nel tempo dagli Spizzico in Puglia, non va dimenticata la loro lunga attività di insegnamento, che ha coinvolto intere generazioni di futuri artisti. Francesco è docente presso la Scuola d’Arte Ceramica di Bari, dal 1953 fino al 1975. Invece Raffaele nel 1960 diventa direttore dell’Accademia di Belle Arti.

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