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Omaggio a VanGogh 150 anni di luce e colori

Lunedì 18 Marzo 2024 07:13 Maria Fanizza
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Omaggio a Van Gogh.150 anni di luce e colori Maria Fanizza


La vita di Van Gogh, breve intensa e tormentata, assomiglia a un pellegrinaggio verso una mèta, ambita quanto sconosciuta. Egli stesso scrive: «Noi siamo dei pellegrini, la nostra vita è un lungo cammino, un viaggio dalla terra al cielo», un viaggio difficile, tortuoso, sempre in salita, che non ammette soste, eppure lieto, animato da un ardore interno che conduce verso una luce forte, sicura, un faro nell’oscurità.   

Dal paesino di Groot Zundert, dove nasce nel 1853, alla città dell’Aja, dove inizia a lavorare come mercante d’arte, a Londra, dove vive per quasi due anni a partire dal 1873. E ancora ad Amsterdam, dove seguendo la sua vocazione religiosa inizia a studiare teologia, tra i poveri minatori del Borinage, a Bruxelles dove finalmente inizia a studiare disegno, ad Anversa dove per un breve periodo frequenta l’accademia.    

Nel 1886 il passo più importante: il trasferimento a Parigi dall’amatissimo fratello Theo. Parigi rappresenta per Vincent un punto di svolta, è la scelta di dedicarsi esclusivamente alla pittura, è l’incontro con Monet, Degas, Renoir e Toulouse-Lautrec, è la scoperta dell’impressionismo, è la rivelazione del colore. La sua pittura, fino a quel momento fedele alla tradizione olandese, densa di chiaroscuri e tonalità profonde letteralmente esplode in un caleidoscopio di frammenti colorati intensi e luminosi.

È però anche il luogo del caos, della sregolatezza, del confronto e della dura legge del mercato che non lo comprende e lo respinge, il luogo delle tante delusioni d’amore, dove la sua sensibilità e la sua autostima vengono costantemente messe sotto pressione.      

Il suo pellegrinaggio si sposta dunque verso sud, alla ricerca di pace, solitudine e calore. «Ho intenzione, appena posso, di andarmene nel sud, dove c’è ancor più colore e ancor più sole», scrive a sua sorella alla fine del 1887. Ad Arles Vincent ci arriva in realtà in inverno, nel febbraio del 1888 e anche se si dispiegano davanti ai suoi occhi paesaggi innevati è fiducioso e pieno di speranza.      

 

Primo sguardo

Tanti colori, luci stelle.

Dettagli

Nella parte bassa del dipinto il paese addormentato, non un solo lume è ancora acceso. A destra i tetti violacei si intuiscono sotto la luce lunare. Spicca la guglia altissima del campanile. A sinistra la sagoma scura del cipresso svetta verso l’alto .Sullo sfondo le colline, dolci, adagiate, anch’esse.Nella parte alta della Notte Stellata di Van Gogh, la più ampia, il cielo, che varia dalle gradazioni del cobalto, dell’indaco e dell’azzurro è attraversato, popolato dagli astri. Stelle grandi, immense e pulsanti.

Le stelle sono vive e solo dal pittore si lasciano guardare, a lui solo sembrano rispondere dilatandosi nell’oscurità. Luci buone che si alimentano di sogni, che danno speranza.

Il dipinto trasmette intatto il silenzio che doveva circondare il pittore in quella notte magica ma anche il gesto forte, irruento con cui ha distribuito il colore sulla tela.


Tecnica e stile

La notte stellata di Van Gogh esposta al MOMA di New York. È olio su tela e misura 72 cm per 93.

Nel periodo del soggiorno parigino Van Gogh osserva senz’altro la tecnica innovativa dei post-impressionisti che si basa sulla separazione dei colori, stesi in pigmenti puri e distribuiti sulla superficie pittorica con piccoli tocchi o minuti puntini. Il colore viene poi sintetizzato automaticamente.

L’effetto è di maggiore brillantezza e luminosità rispetto ai colori mescolati sulla tavolozza.

Partendo da questi presupposti Van Gogh sviluppa quindi una tecnica personalissima, che utilizza pennellate divise e accostamenti di tonalità contrastanti. Nel periodo provenzale la pennellata diventa via via sempre più materica. Il pennello, sostituito a volte dalla spatola, deposita sulla superficie del quadro una grande quantità di colore, che crea grumi e strati spessi e corporei.

Nei dipinti realizzati a Saint-Rémy e a Auvers-sur-Oise, ultima sua dimora, oltre che divisa, densa e materica la pennellata diventa anche vorticosa, serpentinata, dall’andamento fortemente curvilineo.   

La storia

In una delle lettere al fratello Theo, Vincent Van Gogh scrisse: "Spesso ho l’impressione che la notte sia molto più viva e riccamente colorata del giorno"

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