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L’Atlante degli alberi monumentali di Puglia

Domenica 19 Novembre 2023 07:27 Maria Fanizza
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L'Atlante degli alberi monumentali di Puglia Maria Fanizza


Le radici ben salde nella terra o che si intrecciano una nell’altra, i tronchi rugosi che viene voglia di abbracciare, lechiome folte, le foglie che frusciano al soffiare del vento, il fresco dell’ombra sotto i rami.
 

Custodi vivi per la memoria della natura, gli alberi monumentali sono elementi essenziali del patrimonio paesaggistico della nostra regione. Esemplari come il pino d’Aleppo di Villa Sbisà a Bari, la roverella di masseria Recupera di Scardinale a Gravina di Puglia, il leccio di masseria Finizio Tannoia di Andria, il carrubo di macchia Clemente a Molfetta o il ginepro coccolone di Torre Guaceto. Ma anche eucalipti, fragni, pistacchi e molti altri. Alberi antichissimi che raccontano secoli di storia, caratterizzando fortemente il paesaggio pugliese. Imponenti, particolari, unici e baluardi della biodiversità di quello scrigno prezioso rappresentato dai nostri boschi e dalla nostra campagna. 
Sono 180 gli esemplari censiti e raccolti nei due volumi dell’Atlantedegli alberi monumentali di Puglia. 
Per la provincia di Lecce è stato inserito anche l’eucalipto del Campus universitario Ekotecne del capoluogo, non ancora presente nell’elenco nazionale ma già approvato dalla Commissione alberi monumentali di Puglia. Il primo volume dell’Atlante era stato presentato nel 2021. A quell’importante documento si aggiunge ora una seconda parte altrettanto essenziale. L’Atlante punta a dare evidenza e visibilità dell’evoluzione naturale a questi grandi alberi, che è possibile riconoscere in tanti angoli di Puglia. Il documento, realizzato in attuazione della legge nazionale sulle “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, è stato redatto dalla sezione Gestione sostenibile e tutela delle risorse forestali e maturali del dipartimento Agricoltura in collaborazione con la Società botanica italiana, che ha curato la stampa delle schede di censimento. «È fondamentale la corresponsabilizzazione tra enti pubblici, cittadini e comunità scientifica per questo tipo di attività di riconoscimento e valorizzazione di un patrimonio naturale che continua a resistere nello spazio e nel tempo — ha ricordato l'assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia — La lista dei monumentali si incrementa sempre di più, anche perché c’è una maggiore sensibilità culturale di agricoltori e proprietari a segnalare alberi monumentali che raccontano bellezza e diversità delle nostre Puglie. A tal proposito allerterò anche l’Anci e gli Ordini professionali per dare ancora maggiore attuazione della legge nazionale». Ogni anno giungono numerose segnalazioni di alberi che, per qualche particolarità,richiamano l’attenzione di coloro che, con grande senso di rispetto per l’ambiente, ritengono doveroso preservarli nel tempo. Le segnalazioni arrivano dal comando Regione carabinieri forestale, da diversi Comuni ma anche da privati cittadini. La pubblicazione di questo ulteriore volume, dopo il primo che contiene 84 schede di analisi, vuole essere un contributo ulteriore alla diffusione della conoscenza del territorio pugliese e delle sue bellezze naturali. 


Questo secondo volume raccoglie 34 schede di esemplari presenti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali, che sono stati approvati dal ministero dell’Agricoltura e suddivisi tra le diverse province pugliesi. Al suointerno tante particolarità, come racconta l’agronomo (e componente della Società botanica italiana) Francesco Tarantino, che ha contribuito al lavoro: «Una vera rarità botanica per la Puglia è un pistacchio sito nel giardino Veneziani a Bisceglie. 
C’è poi una quercia, la roverella di masseria Albero d’Oro a Turi, che continua a essere curata dai proprietari come fosse un componente della famiglia. 
L’albero è in perfette condizioni ed è straordinario poterlo ammirare». 
Molti alberi monumentali si trovano all’interno di proprietà private che però è possibile visitare in alcune circostanze. A prendersene cura, la natura e l’uomo. «Mi ha commosso — spiega ancora Tarantino — conoscere ilproprietario di un enorme pino a Terlizzi di oltre duecento anni. 
Questa persona ha acquistato appositamente il terreno in cui c’era l’albero per evitare che il suolo diventasse edificabile e che quindi venisse abbattuto. Ha salvato una vita: quella di un albero, ma comunque una vita. E così ogni esemplare ha la sua storia e mi ha fatto molto piacere che ci sia enorme rispetto per queste piante da parte dei proprietari». Gli alberi monumentali, però, sono anche un prezioso serbatoio di informazioni. Uno degli obiettivi dell’Atlante è quello di raccogliere i dati relativi a tutti esemplari del territorio per avviare procedure di protezione e tutela. Ma anche per inserirli in percorsi di turismo lento e studiarli nel tempo. 
«Questo elenco regionale servirà alla fruizione in termini di mobilità sostenibile, attraverso itinerari appositi», ha spiegato l’assessore Pentassuglia. In termini di ricerca, invece, studiare questi alberi potrebbe aprire nuovi orizzonti: «Con la Società botanica nazionale — afferma ancora l’agronomo Tarantino — stiamo cercando finanziamenti per fare ricerche sulla datazione delle piante, sulla caratterizzazione genica, capire come sono sopravvissute ai cambiamenti climatici». Gli esemplari sono stati classificati seguendo alcuni criteri, non soltanto quello dell’età. 
Dimensione, forma, portamento valore ecologico, rarità botanica, architettura vegetale, aspettipaesaggistici e storico-culturali. 
Come riportato nell’Atlante, «per ogni specie sono stati considerati gli ulteriori criteri previsti dalla normativa nazionale». Per esempio, la particolare forma rotondeggiante del leccio di masseria Finizio Tannoia (Andria) o la forma plasmata dal vento del ginepro coccolone di Torre Guaceto (Carovigno) o, ancora, la rarità botanica come è avvenuto per il fragno di masseria Gonnella a Sammichele di Bari. A colpire sono anche i siti in cui spesso questi alberi si trovano. Alcuni nei boschi o in aperta campagna, altri in pieno centro nelle città come la dasylirion e la fitolacca dioica in piazza Umberto a Bari. «Quello che abbiamo in Puglia — racconta il referente pugliese della Società botanica italiana — è un patrimonio vivente dal valore inestimabile. Il mondo in cui viviamo è alle prese con drammatiche emergenze ambientali. E il ruolo degli organismi vegetali nelle dinamiche ambientali è talmente fondamentale che spesso rischiamo di darlo per scontato. 
Anche per questo motivo l’Atlante è un prezioso contributo allo studio, alla valorizzazione e alla conservazione di questi splendidi esemplari. Conoscere le loro caratteristiche sarà un riferimento prezioso fra cinquanta o cent’anni». 
 
Pubblicato il secondo volume dell’Atlante col censimento delle piante sull’intero territorio C’è chi ha acquistato un terreno per salvare un pino di 200 anni a rischio abbattimento .


Ultimo aggiornamento Domenica 19 Novembre 2023 07:34

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