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Se il cinema è "green"...

Domenica 11 Ottobre 2015 07:12 Vincenza Fanizza Cinema - Parliamo di cinema
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Se il cinema è “green”…

 

di Vincenza Fanizza

 

 

FIRENZE- Come sarà il cinema del futuro? Meglio se ecologico e a impatto zero.

E’ quello che ci suggerisce e ci consiglia l’interessante saggio “Movie Cluster e Green Set”, pubblicato da Felici Edizioni, di Ugo Di Tullio, professore di Organizzazione dello Spettacolo Teatrale e Cinematografico dell’Università di Pisa, e Daniela Marzano, docente, consulente e formatrice ICT che si occupa da oltre vent’anni dell’applicazione delle nuove tecnologie nella didattica.

Il libro nasce da una ricerca svolta nelle aule dell’Università di Pisa, all’interno dei Corsi di Cinema, e che nel luglio del 2012 ha prodotto la prima edizione.

Oggi lo studio sì è sviluppato, tenendo conto delle novità emerse e ha mosso i primi passi nel settore del teatro ma soprattutto ha trasformato in un disciplinare, il GEA- Green Entertainment Act, tutti gli accorgimenti per la realizzazione di un film a basso impatto ambientale.

“La settima arte - spiega Ugo Di Tullio - pur nascendo come espressione culturale ed ideologica, nel contempo risulta strettamente connessa ad un insieme di fattori tecnici, economici, produttivi, necessari alla propria sopravvivenza.

I film vanno quindi analizzati sotto il profilo estetico ma anche sotto quello economico e sociale, considerando tutte le attività dirette e indirette che la filiera filmica genera nel sistema produttivo”.

“La peculiarità del settore cinematografico- continua Ugo Di Tullio- impedisce ancora alla maggior parte della gente, che dirige lo sguardo a registi, attori, scenografi, di rendersi effettivamente conto di quanto inquinamento comporti la produzione di un film”.

Nel volume gli autori costruiscono un modello di “set ecologico” all’interno del Movie Cluster, il distretto economico di imprese e servizi che copre l’area del cinema e della produzione dei film. Le soluzioni proposte, all’insegna delle “3R: Riuso, Riciclo e Risparmio”, sono le stesse adottate per compiere qualsiasi azione, nel rigoroso rispetto del nostro ecosistema. Come negli appartamenti, la raccolta differenziata può avvenire anche sui set, come le case anche le quinte e gli scenari possono essere costruite con materiali ecologici, come le grandi aziende anche la filiera del cinema può adoperarsi per il risparmio di carta ed energia. Un’attenzione verso l’ambiente e le tematiche green non solo nei contenuti delle pellicole, ma anche nei tentativi di realizzare produzioni ad “impatto zero”.

“Occorre tener conto- concludono gli autori- che viviamo in un’epoca di transizione, con le risorse naturali in via di esaurimento, e pertanto diventa obbligatorio fermarsi e studiare metodi alternativi e percorrere strade diverse. L’industria cinematografica non può esimersi dall’assumere atteggiamenti responsabili nei confronti del pianeta così come ogni industria e ogni abitante sono già chiamati a fare”.

Il saggio ha come destinatari, oltre gli studenti, produttori cinematografici e governanti dello Stato e delle Regioni, che potrebbero usare il rating del Gea come parametro di valutazione (da aggiungere a quelli esistenti) nella concessione di finanziamenti.

 

 

 

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